Mauro Bigonzetti | Alessandro Grisendi | Marco Noviello | Carlo Cerri | Helena de Madeiros
L’Alice messa in scena dalla Gauthier Dance di Stoccarda gioca col sottile filo che lega realtà e immaginazione, finzione e verità. Nel creare le video scenografie per lo spettacolo debuttato lo scorso 25 giugno al Teatherhaus, abbiamo interpretato le suggestioni delle coreografie realizzate da Mauro Bigonzetti completandone e arricchendo l’atmosfera, sviscerando il potere del gesto, seguendone il filo immaginativo. Questo è il motivo per cui gli ambienti si susseguono entrando e uscendo da cornici dorate, come diverse stanze rappresentate nei quadri appesi alla parete del narratore, un intrigante Lewis Carroll impersonato da Eric Gauthier, dove i luoghi improvvisamente si animano, trascinandoci nelle varie scene dell’opera interpretate dalla coreografia.
Con il nostro lavoro abbiamo voluto costruire uno spazio che potesse estendere il palcoscenico ma anche rappresentare atmosfere ad emozioni. Quello di Alice è infatti un mondo complesso, un mondo che non conosciamo e in cui dobbiamo imparare a provare le stesse emozioni delle due diverse Alice. Abbiamo prestato particolare attenzione a tutti i dettagli delle scenografie, studiando e traendo ispirazione dall’architettura gotica rappresentata dal Piranesi, dai luoghi senza dimensione di Escher e all’arte barocca dei grandi saloni Europei del ‘700, unendo la nostra sensibilità artistica alle nostre conoscenze tecniche. Tutti i video infatti sono stati realizzati tramite ricostruzioni 3D degli ambienti e l’animazione degli eventi che in essi accadono. Ecco allora che all’inizio dello spettacolo troviamo la Stanza della Libreria, ricordo di un luogo che Alice ha già conosciuto ma che è semplicemente disegnato come lo è nella stilizzazione dei suoi ricordi. Libri che volano come pensieri e librerie che si sgretolano segnano il completo distacco dal mondo reale per entrare finalmente in Wonderland. È un mondo dove la razionalità non viene mai messa da parte del tutto, provocando lentamente il suo declino e la sua distruzione. Niente di quello che vediamo è davvero reale. È solo quando l’acqua sommerge la grande Stanza delle Presentazioni che vediamo l’assurdo prendere piede a discapito del realistico. Le stanze diventano simboli, metafore, a sottolineare lo stretto legame con la coreografia e con i suoi messaggi. La volta di una Cattedrale sembra una ragnatela sulla quale la Regina tesse i propri giudizi; una scalinata in prospettiva distorta fa apparire ogni situazione difficile se osservata dal punto di vista sbagliato e ancora la Corte Dorata della Regina, di primo acchito splendida ma che inizia presto a creparsi e a rivelare tutti i difetti nascosti. Vari indizi durante lo spettacolo ci aiutano a comprendere come il confine tra vero e falso, tra sogno e disillusione, sia labile e confuso. Segnali di follia appaiono nascosti nella scenografia come piccoli animaletti che popolano la fantasia di Carrol. Prospettive distorte e colori contraffatti portano a una percezione che diventa quasi inganno. Solo nel secondo tempo però si rivela la finzione. Il sipario cade sul mondo di Wonderland e le stanze si fanno ancora più ambigue e spaventevoli: entriamo in un mondo nel mondo, il Labirinto come metafora della nostra mente. Ma quello tra vero e falso, tra realtà e immaginazione è un dialogo, uno scambio. Tutto è intrecciato. Sono legati coreograficamente da una treccia i capelli dei Gemelli e le radici dei due alberi che abbiamo realizzato come scenografia per questa scena. Non si staccano mai del tutto, neppure quando la Regina divide la treccia di capelli delle due ballerine/gemelle. Nemmeno le due Alice si separeranno mai del tutto: un racconto di formazione quello di “Alice in Wonderland” che si conclude con la sua stessa uscita dal mondo dell’immaginazione per andare verso l’età adulta con il proprio creatore ma che non potrà mai dimenticare il proprio alterego rimasto nel Paese delle Meraviglie. La scena finale ripropone perciò la Stanza della Libreria iniziale: il ritorno alla realtà è però confuso dalla presenza della Cornice e dalla mancanza della libreria centrale. Il mondo di Wonderland ha infatti lasciato segni nel mondo reale.
PRODUCTION: Theaterhaus (Stuttgart)
Coreography – Mauro Bigonzetti
Original Live Music – Assurd, Antongiulio Galeandro, Enza Pagliara
Scenography – Lights Carlo Cerri
Video Desiger – OOOPStudio, Carlo Cerri
Videomaking – OOOPStudio
Costumes – Helena de Medeiros
Dancers – Sandra Bourdais, Anneleen Dedroog, Caroline Fabre, Miriam Gronwald, Anna Süheyla Harms, Lisa Kasman, Garazi Perez Oloriz, Maria Prat Balasch, Eric Gauthier, Maurus Gauthier, Rosario Guerra, Sebastian Kloborg, Florian Lochner, Alessio Marchini, Juliano Nunes Pereira, David Stiven Valencia Martinez